Non voglio raccontarvi le cicatrici che ho visto sui muri nelle case,le crepe e i calcinacci nelle chiese, rese inagibili, o i tiranti all’esterno delle case: i nostri occhi sono già pieni di queste immagini.
Tanto quanto i racconti di chi ha vissuto gli attimi inquietanti delle scosse di terremoto.
Vi voglio raccontare invece ciò che è rimasto nel mio cuore, al momento del ritorno dal viaggio per portare quanto raccolto durante il cenone di capodanno.
Voglio raccontarvi la forza delle persone che mi hanno accolta, ringraziata – con gli occhi lucidi – per quello che a me sembrava così poco. La forza che li spinge a restare uniti, per combattere lo spavento ma anche per rialzarsi, insieme, e continuare a sperare.

Il mio cuore si è riempito di gioia, ma anche un po’ di amarezza. Di gioia, perché ho capito che basta davvero poco per aiutare gli altri…in fondo x noi giovani è stato un capodanno diverso dal solito ma passato comunque in compagnia e in allegria.

Amarezza perchè – come in un flash – mi sono venute in mente tutte le occasioni in cui ci si lamenta del “superfluo”, quando c’è chi lotta x riavere l’indispensabile.

Ma non mancheranno di certo nuove occasioni per rimboccarci le maniche x raccogliere altri fondi da destinare ai nostri amici dell’Unità Pastorale di Sermide. Non mi resta che dire…..alla prossima!!!

Un caro saluto a don Renato Zenezini e a tutti gli amici di Moglia 🙂

Giuliana