papa99Sono stati tre giorni davvero intensissimi quelli vissuti dal gruppo Adolescenti dell’Unità Pastorale di Cuggiono Castelletto Casate e Bernate Ticino, che, lo scorso fine settimana, si sono recati in pellegrinaggio a Roma.

Tre giorni nel ‘cuore’ della loro fede per lasciarsi impressionare e colpire dalla storia della città ‘eterna’, nella sua parte laica e spirituale. Partiti di buon mattino venerdì 27, siamo così giunti a Roma nel primo pomeriggio per la visita alle catacombe dove venivano tumulati i primi cristiani e l’immensità di San Paolo fuori le mura. Grazie al poco traffico nell’attraversare l’Italia… vi è stato inoltre tempo per la visita alle ‘Fosse Ardeatine’: luogo simbolo di dolore e ricordo per le atrocità della seconda guerra mondiale. E nel silenzio del memoriale, le loro domande su cosa avvenne in quei luoghi… le preghiere silenziose passeggiando vicino le lapidi coi nomi di chi non vi è più.

Nemmeno il tempo di ambientarsi in albergo e riprendersi del viaggio che, il giorno seguente, la sveglia suonava già di buon ora per una lunga full-immersione nel cuore di Roma. Si è iniziato con la Santa Messa officiata da don Lorenzo nella cripta di San Pietro, tra le tombe dei Papi, per lasciarsi guidare nella visita del vaticano e nell’ascesa al Cupolone, per assistere al panorama della Capitale. Pranzo in loco e poi via… a seguire animatori ed educatori nelle vie e nella storia romana e d’Italia: piazza Navona, fontana di Trevi, Trinità dei Monti, Altare della Patria, Colosseo, Quirinale, Palazzo Madama, ecc… tra foto, risate, canti e anche una pausa gelato grazie al clima mite della giornata, per tanti ragazzi è stata l’occasione per vedere per la prima volta Roma. Una visita proseguita poi in serata con il tour ‘by night’ prima del riposo serale.

Ma per concludere degnamente questa bella ed intensa esperienza, ecco il momento per tanti di loro più atteso: l’Angelus di Papa Francesco.

Arrivati di buon ora, così da prendere posto al centro di piazza San Pietro, vi è stato tutto il tempo di preparare il nostro saluto al Santo Padre: dai fogli che componevano la scritta “Papa Bergoglio sei il nostro orgoglio” agli striscioni con i nomi dei nostri paesi, vicinanza fisica e spirituale alle nostre comunità. E poi canti, tanti canti, coinvolgendo e dando gioia anche ai molti fedeli che intorno ai noi attendevano l’aprirsi della finestra del Papa. Ed ecco, puntuale alle 12, le parole di Francesco: la vicinanza alla Sacra Famiglia, il cercare di riscoprire parole come “permesso, grazie, scusa” con genitori e figli, aprirsi all’accoglienza. Il Papa ha parlato a ciascuno di noi, dandoci coraggio ed entusiasmo.

E poi via… in pullman verso casa… percorrendo il Bel Paese con canti e giochi sul bus, perché come si canta nell’Alleluia delle lampadine: “La nostra festa non deve finire… e non finirà”.

Vitto