Ogni tanto mi viene da pensare a Gesù
che agli apostoli rimasti soli e confusi intorno a lui dice:
“Volete andarvene anche voi’”.
Lo penso quando mi sembra di vedere il fallimento
di tanto parlare, predicare, consigliare
che finisce in chiese sempre più vuote,
in cristiani che si fanno le regole da soli,
in sapientoni che si vantano di non essere credenti.
Solo, Signore, che lo penso in modo diverso da te.
Lo dico pieno di sconforto e non con la grinta
con cui Tu l’hai detto ai tuoi dodici.
Signore, perché l’unica buona notizia
che il mondo ha potuto sentire non ha audience?
A cosa è servita la mia vita di prete?
Perché gli uomini sono così restii e lasciarsi amare da Te?
Per fortuna il tuo Spirito mi insegna,
– l’avevi promesso -,
e mi ricorda tutto quello che Tu hai detto e fatto e mi consola.
Sei sulla strada di un fallimento simile a quello di Gesù:
c’è voluto del tempo ma quel fallimento ha dato qualche buon risultato:
ha riempito il mondo di santi: di falliti che hanno fatto lievitare il mondo,
lo hanno sempre costretto a misurarsi con Dio.
Signore, se le parabole della luce e del sale che dovremmo essere,
mi mettono in crisi, quella del lievito mi da coraggio e fiducia.
Sono un povero prete,
forse non brillo e non do gusto come Tu sapevi fare,
ma, ti prego, fa’ che non smetta mai di essere lievito
che inquieta per fermentare e smuovere la pasta umana
che Tu hai creato e redento.

preghiera