I FONDI DI SOLIDARIETA’

Per contrastare la povertà in Italia sono nate iniziative destinate a erogare piccoli prestiti legati alle esigenze minime delle famiglie o delle imprese; creare Fondi di solidarietà a fondo perduto a beneficio di famiglie impoverite per la crisi; aprire botteghe/empori solidali e infine creare progetti di consulenza per orientare in tema di casa e di lavoro.

Il progetto più noto è il “Fondo famiglia e lavoro della diocesi di Milano” lanciato dal card. Dionigi Tettamanzi nella notte di Natale 2008 e rilanciato il 29 novembre 2012 dal card. Angelo Scola, suo successore. Ma molte diocesi hanno promosso iniziative analoghe: nel 2011 erano impegnate per forme di microcredito socio-assistenziale 137 diocesi, mentre 61 si sono dedicate anche a forme di microcredito per le imprese. Per queste due forme prevale leggermente il Nord sul Sud, mentre per i fondi diocesani di solidarietà prevale l’Italia meridionale. 181 diocesi hanno parrocchie che effettuano erogazioni a fondo perduto. Complessivamente si valuta intorno ai 50.000.000 di euro lo sforzo finanziario annuale delle diocesi italiane per iniziative di microcredito destinate a lottare contro la povertà.

Al microcredito si potrebbe aggiungere il “Prestito della speranza”, cioè un fondo di garanzia per famiglie in difficoltà, promosso dalla CEI con il concorso operativo dell’Associazione bancaria italiana. La complessità delle procedure e l’entità modesta del prestito non consentono ancora di dare una valutazione adeguata della pur interessante iniziativa.

Ma la Chiesa italiana ha saputo mobilitarsi con una certa efficacia e con risorse non indifferenti anche in momenti di emergenza particolare, come nel caso dei terremoti dell’Aquila (aprile 2009) e dell’Emilia (maggio 2012).