fumata_biancaC’era tanta attesa, oggi, in Piazza San Pietro, per l’esito delle votazioni del pomeriggio del secondo giorno di Conclave. Ombrelli colorati e nasi all’insù fissi sul comignolo per captare il primo sbuffo di fumo, sperando che la pazienza venga premiata e il colore sia bianco. E alle 19.06, incredibile, quando ormai diversi mormoravano che la fumata sarebbe stata ancora nera, ecco un fumo bianco, innegabilmente bianco, fuoriuscire verso l’alto. Una gioia incontenibile si è diffusa ovunque ed è rimbalzata velocemente in Internet e con i cellulari e i mezzi di comunicazioni moderni il mondo ha concentrato la sua attenzione su quella piazza. Tanti figli che si erano sentiti un po’ smarriti, quasi orfani, per le dimissioni di Benedetto XVI, hanno un nuovo Padre. Un nuovo Papa.

Trascorre un’ora e tantissime persone arrivano di corsa in Piazza per non perdere il momento dell’annuncio e le prime parole del nuovo Pontefice. Striscioni con ‘W il Papa’ e bandiere di tutto il mondo sventolano sotto un cielo nero ma finalmente sereno. Gli occhi di tutti sono su quella finestra e quella loggia della Basilica da cui il Papa uscirà a breve, le campane suonano a festa. Per tanti, vista la velocità del Conclave (solo 5 votazioni) è scontato Scola, o massimo Dolan o Scherer, e invece ecco che dopo l’Habemus Papam di rito, la voce incerta per il Parkinson del protodiacono Tauran, il nome Jorge Mario zittisce la Piazza. Bergoglio, l’’avversario’ che rischiò l’elezione nel 2005 e per cui non si sentiva pronto, ora settantaseienne, compare timido ed emozionato a salutare i fedeli.

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“Fratelli e sorelle, buonasera…”, si presenta così al mondo che ha gli occhi fissi su di lui, con un saluto semplice e fraterno che colpisce tutti e lascia intravedere la portata storica di questa svolta. “Mi hanno preso alla fine del mondo…”, così il gesuita Bergoglio, argentino, figlio di emigranti piemontesi, diventa il primo Papa sudamericano e il 266° Pontefice della storia. La sorpresa per la nazionalità del nuovo Papa si mischia all’entusiasmo delle persone per la scelta del nome, legato al santo d’Assisi semplice e attento ai poveri. “Cominciamo un cammino di fratellanza, amore, di fiducia fra noi – ha detto Papa Francesco – Preghiamo l’uno per l’altro, per tutto il mondo, perché ci sia una grande fratellanza. Vi auguro che questo cammino di Chiesa che oggi cominciamo sia fruttuoso per la evangelizzazione di questa bella città”. Un ricordo al Papa emerito e poi la richiesta di pregare insieme, e in particolare di pregare per lui, inchinandosi alla folla, prima della benedizione. Una svolta per la Chiesa tutta contenuta in queste poche parole, in un saluto che parla di amore, verità, fiducia e di umiltà, che ha emozionato tutti, in questa serata che non dimenticheremo mai.

Letizia