28 febbraio, Ore 12.30 partenza da cuggiono.

Otto giovani romantici dell’unità pastorale partono verso una nuova esperienza: “Giovani e Carcere”. Tra sorpassi e strade sbagliate arriviamo super puntuali alle ore 13.30 davanti alla casa circondariale di Busto Arsizio. Ci accoglie Don Silvano sorridente ed euforico, entusiasta nel vedere così tanti giovani pronti a partecipare ad un pomeriggio molto significativo. Prima di questa giornata con i detenuti del carcere di Busto Arsizio abbiamo fatto degli incontri preparatori, uno a Seveso e uno al “centro giovanile Stoà” di Busto Arsizio. Incontri che, oltre ad essere stati interessanti, ci hanno permesso di apprendere regole e aspetti del carcere che ignoravamo.

Il pomeriggio è stato suddiviso in due momenti: durante la prima parte ci siamo riuniti tutti insieme nella cappella della casa circondariale e abbiamo condiviso insieme le nostre riflessioni sulle parole di Papa Francesco sul discorso che aveva tenuto a Manila; nella seconda parte, invece, abbiamo potuto confrontarci direttamente con le esperienze di vita dei “diversamente liberi”.

A dirla tutta, non eravamo proprio a nostro agio all’inizio: ci sentivamo come dei “turisti” che vanno a vedere i musei. Noi non volevamo davvero far passare questa emozione e sono stati proprio loro, i detenuti, ad abbattere questo muro che si stava formando, accogliendoci come degli amici con una gioia che forse non ci aspettavamo.

Due ore, seppur sembrino tante, sono volate in un attimo. L’incontro è stato intenso e ci ha lasciato con un sorriso sul viso e un bellissimo ricordo nel cuore. La nostra sorpresa principalmente è stata nello scoprire che anche un luogo che mostra cosí poche speranze, possa regalare tanti esempi di vita da cui possiamo imparare molto. Parliamoci chiaro: prima di imbatterci in questa avventura la nostra idea di carcere era quella di una scatola piena di reati, o meglio “reati che camminano”. Entrandoci, invece, abbiamo incontrato la sofferenza, l’umanità e tanta voglia di cambiare. Tanti uomini consapevoli dei loro errori e delle loro mancanze passate; tanti volenterosi di trasmetterci un messaggio, quello dell’ amore, della famiglia e degli affetti.

Siamo tornati a casa con tante risposte ma con anche tante domande sulle quali poter riflettere.

Un ringraziamento a Don Lorenzo, Don Silvano e a tutti i “diversamente liberi” e i “diversamente giovani” della casa circondariale di Busto Arsizio, per aver reso possibile tutto questo.

Ele,Bea,Marta,Silvia,Ila,Silvia,Giulia e Leo

Foto Libretto