La mattina di domenica 3 Febbraio la sveglia suona presto per me e altri 11 Adolescenti, che con i nostri catechisti, ci prepariamo per andare al Sermig di Torino! Sermig è una sigla per indicare il SERvizio MIssionario Giovani, dove, dal lontano 1964, un gruppo di giovani “cerca di sconfiggere la fame con opere di giustizia e di sviluppo, vivendo la solidarietà nei confronti dei più poveri e dando una speciale attenzione ai giovani cercando insieme a loro le vie della pace”. Questa è la presentazione che loro danno di sé. All’inizio erano pochi, poi sono cresciuti sia in numero sia in spirito e oggi sono moltissime le persone che spendono la loro vita e le loro giornate per questa causa.

Dopo aver ottenuto la struttura di un vecchio arsenale militare dedito alla costruzione di armi durante la prima e la seconda guerra mondiale, oggi è diventata sede di questa organizzazione, che non esaurisce mai la voglia di aiutare e di spendersi in prima persona.

Arrivati nell’atrio di questa immensa ex-fabbrica, subito ci accoglie una frase, scritta su di un muro: “La bontà è disarmante”. In quattro parole subito viene spiegata la trasformazione di questo luogo..da una fabbrica di armi ad una fabbrica di bontà! Veniamo accolti da Paolo, un ragazzo fra i tanti che tengono vivo lo spirito e lo scopo del Sermig. Ci accompagna a visitare l’immensa struttura. Mensa per i poveri, riparo notturno, asilo nido, Laboratorio del suono e Scuola Artigiani Restauratori (questi ultimi due sono dei corsi attivi per i giovani), la visita ci lascia tutti sorpresi di quanto si può fare insieme, indirizzando tutti i nostri sforzi per uno scopo comune.

La giornata prosegue con la Messa, animata da un grande coro, la voce del Sermig, che racchiude non solo voci, ma anche chitarre, tastiere, batteria, viole e violini.

Dopo il pranzo è il nostro turno di dare una mano. Siamo condotti in una grandissima sala, dove arrivano capi di abbigliamento donati da generosi concittadini. Qui bisogna smistarli, controllarli e  dividere quelli sporchi da quelli puliti. Il nostro gruppo è unito a quello di alcuni simpatici boy scout, e  unendo le forze, iniziamo a lavorare.

Eravamo in tanti, ma quello che facevamo era semplice..smistavamo dei vistiti. Chi avrebbe potuto pensare in quel momento quanto invece era importante! Solo dopo aver finito, quando ci siamo seduti, stanchissimi, dopo un lungo lavoro, in quel momento abbiamo incominciato a pensare..e a capire! Capire che la parola solidarietà non è un qualcosa di lontano, che aiutare il prossimo non è qualcosa che dobbiamo lasciar fare agli altri. Noi eravamo delle semplici gocce ma, come disse Madre Teresa di Calcutta, tante gocce vanno a formare un oceano. Questa frase l’abbiamo provata sulla nostra pelle..abbiamo visto che non è qualcosa di lontano, ma che anche le cose più semplici, se fatte per qualcuno che ha bisogno, ci trasformano in una goccia d’acqua. Il Sermig ci sembrava qualcosa di grosso, di immenso, ma  che non ci riguardava personalmente..andavamo per vederlo, per visitarlo, invece le nostre idee sono completamente cambiate. Abbiamo capito che dietro questa parola che ci sembrava così strana e lontana non c’è qualcosa di lontano e distante, ma un mucchio di azioni semplici, fatte da persone ancora più semplici, che rendono immenso lo spirito del Sermig e lo spirito di solidarietà.

Matteo
Sermig 2013 2